Ozonoterapia nel trattamento dell’ernia del disco cervicale e lombare

Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica Master di II° Livello in Ossigeno Ozono Terapia

ESTRATTO DALLA TESI:  “OSSIGENO OZONOTERAPIA NEL TRATTAMENTO DELL’ERNIA DEL DISCO CERVICALE E LOMBARE”.

RELATORE: Dott. Prof. Sergio Pandolfi
Tesi di: Dott. Marco Silletti

PREFAZIONE:

Il mio interesse nei confronti dell’Ozonoterapia, nasce fin dai primi tempi del percorso di studi in Medicina e Chirurgia, quando iniziai a cercare una terapia alternativa e curativa in grado di evitare un intervento chirurgico di discectomia dell’ernia del disco vertebrale di cui era affetta mia madre.

Valutata l’evidenza che la terapia farmacologica e la terapia fisica riabilitativa non avevano alcun risultato per alleviare la lombosciatalgia di cui soffriva mia madre, ho iniziato a considerare l’ossigeno ozono terapia per curare l’ernia del disco di cui era affetta mia madre.

In uno studio medico, una collega ozonoterapeuta resasi disponibile fin da subito, ci illustra il percorso di trattamento consistente in infiltrazioni paravertebrali di un miscela di O2O3 a diversa concentrazione fino ad un massimo di 20 microgrammi associate a microinfiltrazioni sottocutanee a scopo decontratturante.

Il ciclo di terapia della durata di circa 12 sedute, prevede inizialmente 2 sedute a settimana e successivamente 1 sola fino alla Risonanza Magnetica di controllo.

Fin dalle prime sedute di terapia, i sintomi quali algie diffuse, parestesie ed ipocinesie iniziano a diminuire, con netto miglioramento della qualità di vita e con la possibilità per mia madre ad oggi di continuare a svolgere la sua attività lavorativa senza grosse difficoltà.

Tutto ciò, ha dimostrato la notevole efficacia dell’Ozonoterapia nella cura di una patologia ad oggi molto diffusa e notevolmente invalidante, nonché i molteplici campi di applicazione della suddetta.

Il grande vantaggio dell’utilizzo di Ossigeno Ozono in campo medico è dato dalla sua sicurezza, infatti non può indurre allergie non essendo una molecola proteica e non presentando gravi controindicazioni. Le sue uniche controindicazioni sono rappresentate dal favismo (deficit G6FD), dall’ipertiroidismo e dalla gravidanza. Non rappresenta inoltre un rischio di interazione con terapie farmacologiche in atto.

Date le sue molteplici proprietà benefiche può essere utilizzato come:

  • Antimicrobico : per la sua attività antivirale, antibatterica ed antifungina
  • Antinfiammatoria ed Antidolorifica : per miglioramento dell’ossigenazione e per inibizione dell’attivazione e dell’adesione leucocitaria e piastrinica.
  • Riattivatore del circolo e del microcircolo : per aumento della deformabilità e filtrabilità eritrocitaria con maggiore cessione di ossigeno ai tessuti periferici.
  • Riparatore Tissutale : per azione sull’ipossia che negli stadi evoluti conduce alla gangrena.
  • Coadiuvante nella cura delle patologie neurologiche degenerative ed autoimmuni : demenza, SM, ecc
  • Coadiuvante nella cura delle patologie oncologiche : potenzia l’effetto della chemio e radioterapia riducendone gli effetti collaterali.
  • Trattamento in Medicina Estetica : nella lipodistrofia, nella cellulite, nelle teleangectasie e più in generale negli inestetismi cutanea.
  • Trattamento Anti-Aging

MECCANISMI D’AZIONE DELL’OZONO

L’ozono reagisce con i composti organici contenenti doppi legami, addizionando i tre atomi di ossigeno al legame non saturo con formazione di ozonidi.

Così facendo l’ozono provoca la scissione dei doppi legami con una reazione molto importante definita ozonolisi (Reazione di Criegge).

Tale reazione dell’ozono con i vari substrati è una della reazioni di chimica molecolare più rapida in natura (veloctà: milioni di moli/litro al secondo) e dimostra la formazione di perossidi e gruppi aldeici.

Tali composti sono fondamentali perché permettono di interagire in tutte quelle patologie trattabili con ossigeno-ozonoterapia (bioregolazione).

È importante sottolineare come la complessitá delle reazioni biochimiche generate durante l’esposizione del sangue all’ozono coinvolge, nello spazio di microsecondi come detto, un’ampissima gamma di substrati che interagiscono in diverse vie metaboliche.

In pratica l’ozono, che è una molecola instabile e determina reazioni ossidative, se viene somministrato in maniera adeguata, genera uno ‘’stress ossidativo calcolato e transitorio” che va a stimolare il sistema antiossidante intracellulare che a sua volta può́ intervenire nell’impedire i danni da ossidazione (tipici delle patologie degenerative croniche e patologie infiammatorie).

CLASSIFICAZIONE DELLE ERNIE DISCALI

Le ernie possono essere classificate in base a vari criteri.

In rapporto alla sede topografica:

  • mediane, quando l’erniazione sarà rivolta indietro lungo la linea mediana;
  • paramediane, quando saranno posteriori e poco deviate dalla linea mediana;
  • laterali, quando saranno notevolmente distanti dalla linea mediana;
  • intraforaminali, quando interesseranno il forame di coniugazione;
  • extraforaminali, quando la rottura dell’anulus avverrà in un punto più laterale rispetto al forame di coniugazione.
  • In rapporto al grado di fuoriuscita del nucleo:ernia contenuta: quando il disco presenta una sporgenza circoscritta nel canale vertebrale; l’anulus fibroso è rotto ma l’ernia è contenuta dal legamento longitudinale posteriore;
  • ernia protrusa (da non confondere con la protrusione): è una vera e propria ernia, che consiste nello spostamento parziale del nucleo nel canale
  • spinale. In questo caso sia l’anulus che il legamento longitudinale posteriore sono lesionati ed il nucleo polposo prende direttamente contatto con le strutture nervose. Il nucleo polposo rimane quindi parzialmente nella sua sede anatomica e, in base a quanta parte di questo attraversi il legamento longitudinale posteriore, si distinguono ernie sottolegamentose, translegamentose e retrolegamentose;
  • ernia espulsa o migrata: in tutti i casi in cui il nucleo polposo perda contatto con il sito anatomico originario. In questo caso il contenuto dell’anulus si trova interamente all’interno del canale spinale.

QUADRO CLINICO

Molte ernie sono asintomatiche. In quelle sintomatiche l’ernia del disco si manifesta clinicamente in relazione alla regione anatomica colpita ed alla grandezza e alla dinamica della fuoriuscita del materiale discale.

Si hanno dolori vertebrali, cervicali, dorsali o lombari a seconda della sede dell’ernia ed eventuali disturbi da compressione delle strutture nervose (midollo spinale e radici) che si trovano nel canale vertebrale.

In generale si distinguono segni di danno radicolare (radicolopatia, ossia a carico delle radici nervose impegnate dall’ernia) e segni di danno midollare (mielopatia) in caso di ernie cervicali o dorsali.

Si distingue inoltre una prima fase molto precoce caratterizzata da una sindrome irritativa, sostanzialmente da dolore, e una seconda fase subacuta con manifestazioni deficitarie, ossia di vero danno sensitivo/motorio a carico delle radici nervose e/o del midollo compresso dalle ernie cervicali e dorsali.

MATERIALI E METODI

Per questo lavoro sono state studiate le cartelle cliniche e le testimonianze di 6 pazienti che si sono sottoposti a trattamenti di Ossigeno-ozono terapia presso l’ambulatorio del dr. Sergio Pandolfi.

I pazienti scelti erano tutti di sesso maschile, 2 di questi erano affetti da ernia del disco cervicale e 3 da ernia del disco lombare.

I trattamenti con ossigeno-ozono prevedevano concentrazioni di ozono comprese tra 5 e 30 µg/mL somministrate mediante iniezioni intramuscolari paravertebrali.

Per trattare i pazienti con ernie lombari sono stati somministrati 10-20cc di miscela ossigeno-ozono per ogni punto previa doppia aspirazione senza superare la quantità massima di 40cc per emilato, mentre per trattare le discopatie cervicali sono stati somministrati 1,5-2 cc di miscela gassosa, sempre previa doppia aspirazione, non superando mai la quantità di 6-8 cc per emilato trattato.

Per i trattamenti cervicali sono state somministrate in aggiunta anche iniezioni sottocutanee utilizzando aghi 4mm (27G), iniettando 3-5cc di miscela per punto alla concentrazione di 3-5 µg/mL di ozono. Le sedute duravano circa 45 minuti e prevedevano una prima parte caratterizzata dalle iniezioni ed una seconda parte di permanenza sul lettino per permettere una buona diffusione del gas.

Nessuno dei pazienti trattati ha presentato effetti collaterali al trattamento.

TESTIMONIANZE:

PAZIENTE 01: Il primo sintomo rilevante lo accusai in palestra, dove in poco mi trovai costretto a ridurre di molto i pesi in tutti gli esercizi nei quali lavoravo con il tricipite sinistro. Sotto sforzo il muscolo infatti si contraeva dolorosamente, e mi era di fatto impossibile completare l’estensione del muscolo stesso. Fui così costretto – circa tre anni fa – a limitare o eliminare tutti gli esercizi per i pettorali e la parte posteriore del braccio. Nonostante la riduzione dei carichi non ebbi però alcun significativo miglioramento di questa sintomatologia, che sino quel momento si presentava però solo con la muscolatura sotto sforzo. Dopo alcuni mesi – anche se avevo nel frattempo smesso completamente gli allenamenti – la situazione peggiorò però notevolmente, ed oltre ad accusare fastidi al collo mi ritrovai con la muscolatura della parte sinistra della schiena, della spalla e del braccio, costantemente e dolorosamente contrattura. Fu un mese terribile, nel quale i numerosi anti-infiammatori assunti ed otto sedute di Tecar terapia non produssero nessun significativo beneficio. Nel frattempo la mia ex moglie (che è un medico sportivo) mi prescrisse una Risonanza Magnetica, che portò alla refertazione di due ernie cervicali. Sempre la mia ex moglie mi suggerì poi di trovare su Roma qualcuno che praticasse trattamenti di ozonoterapia con iniezioni nei muscoli paravertebrali. Ciò a seguito di alcuni casi simili – che le erano stati presentati da due suoi colleghi – nei quali l’ozonoterapia aveva prodotto risultati notevoli. A Roma grazie alla segnalazione di una amica ho così avuto la fortuna di conoscere il Prof. Pandolfi e di affidarmi alle sue cure. Devo dire che i suoi trattamenti mi hanno veramente rimesso in piedi. La terapia è consistita inizialmente (mi scuso delle eventuali imprecisioni, ma non faccio il medico…) in iniezioni con concentrazioni dal 2 al 5 gamma di ozono nella muscolatura contratta, e già queste mi produssero una rilevante riduzione della sintomatologia. Ad essere però veramente risolutive furono le iniezioni per i primi trattamenti un po’ dolorose, ma sopportabili, che il dott. Pandolfi mi praticò successivamente nei muscoli paravertebrali, con concentrazioni arrivate sino ad un massimo del 30 gamma. Dopo alcuni mesi di questo trattamento, mi sottoposi ad una nuova risonanza magnetica, che evidenziò una notevole riduzione delle dimensioni delle ernie. Nel frattempo io avevo avuto una completa remissione della sintomatologia. A due anni dalle cure del Prof. Pandolfi non ho più avuto (facendo i debito scongiuri…) nessun problema, nonostante abbia ripreso anche ad allenarmi in palestra.


PAZIENTE 02: Patologie: Ernia del disco L5-S1, Sacroileite sinistra. Voglio raccontare la mia esperienza a riguardo facendo una premessa: sono una persona molto attiva fisicamente ed in buona forma. A fine Giugno 2016 ho cominciato ad accusare dolori lombari e una forte sciatalgia che mi ha costretto a letto per diverso tempo. A poco sono valse le iniezioni di antinfiammatori prima e di cortisone successivamente. Ho ripreso lentamente a camminare nonostante il dolore atroce nell’appoggiare la gamba a terra. Preoccupato dal dolore costante ed invalidante mi sono rivolto ad un ortopedico consigliato dal sostituto del mio medico di famiglia il quale mi prescrive una dose massiccia di cortisone per circa 2 settimane in vista dell’operazione da effettuare al più presto! Il tutto per telefono senza neanche una visita! Naturalmente rifiuto e su consiglio di un altro ortopedico faccio una risonanza magnetica+ radiografia della colonna da cui si evince un’ernia L5-S1 paramediana/foraminale sinistra con effetti compressivi radicolari. Mi viene sconsigliata l’operazione vista l’assenza di deficit neurologici importanti. La terapia: antinfiammatori,gastroprotettori, Lyrica e laser+tens+tecar+ionoforesi con risultati che non vanno oltre il sollievo momentaneo e una gastrite micidiale. Preso dallo sconforto provo con la chiropratica: un’altro buco nell’acqua ed il dolore addirittura peggiora. Su consiglio di amici vado da un noto professore di Roma che pratica una terapia con laser a CO2: altre migliaia di euro buttate, incluso un ricovero di un paio di giorni nella sua sedicente clinica alla modica cifra di 400 (quattrocento!) euro al giorno. Risultati? Pochi. Al massimo un sollievo temporaneo ed a carissimo prezzo. Il giorno dopo tornavo al punto di partenza. Ho fatto un altro tentativo con un osteopata, e la situazione è peggiorata al punto tale che non riuscivo più a dormire senza antinfiammatori. In questo rimbalzare tra venditori di illusioni sono arrivato a Gennaio 2017 e la situazione è disastrosa: non dormo, non posso stare seduto e neanche gli antinfiammatori mi danno più molto sollievo ma non demordo e prima di un eventuale intervento cerco un neurochirurgo che pratica l’ozonoterapia. Incontro così il dott. Sergio Pandolfi che mi visita e mi diagnostica anche una sacroileite sinistra, naturalmente non riscontrata dai “luminari” che mi avevano visitato in precedenza oppure insorta in seguito alle manipolazioni vertebrali. Mi dice che sono idoneo all’ozonoterapia ma che lui non fa miracoli. Iniziamo la terapia seguendo il suo protocollo e inizio finalmente a vedere dei miglioramenti. La sacroileite è sparita in 2 settimane.

Nell’arco di 1 mese il dolore diminuisce al punto che smetto di prendere gli antinfiammatori e soprattutto ricomincio a dormire. A 2 mesi dall’inizio della terapia riesco a guidare e soprattutto a camminare per vari chilometri senza fastidio particolare. Sto lentamente riprendendo a lavorare e d’ora in poi posso soltanto migliorare. Mi sento di dover ringraziare di cuore il medico che con la sua professionalità e umanità mi ha rimesso in piedi evitandomi l’intervento. Dopo tante delusioni finalmente un medico onesto e competente. Un altro grazie va alle infermiere del suo staff Alessandra e Linda, sempre gentili ed attente.


 

PAZIENTE 03: Sono un ragazzo di 24 anni e ho lavorato per circa 5 anni come facchino in un albergo al centro di Roma. Nel dicembre 2015, sollevando un carico molto pesante a lavoro, ho sentito un dolore lombare molto forte. Dalla risonanza magnetica hanno riscontrato una piccola ernia tra le vertebre L5-S1. Il medico curante mi ha consigliato il riposo e mi ha prescritto la terapia posturale e farmaci antinfammiatori da cui ho tratto benefici per un breve periodo. Nonostante mi fosse stato consigliato anche di cambiare mansione, sono comunque tornato a lavoro occupando lo stesso posto ma eseguendo mansioni aggiuntive. All’inizio del 2016 ho iniziato ad accusare di nuovo forti dolori e una sensazione di calore su tutta la schiena. Ho continuato a lavorare senza sottopormi a nessuna terapia. Nel maggio

2017, uscendo dall’ascensore dello scarico merci a lavoro, sono stato investito da un carrello in discesa che ha urtato il mio piede sinistro e io, per fermarlo, l’ho spinto facendo forza sulle braccia e sulle gambe. Questo sforzo mi ha fatto sentire un dolore molto forte su tutta la schiena bloccando anche le gambe e impedendomi di fare qualsiasi movimento. Sono stato ricoverato in urgenza e mi hanno fatto una risonanza magnetica da cui è emerso che avevo un’ernia del disco espulsa posttraumatica in corrispondenza di L5-S1 sinistra. Il chirurgo che mi ha visitato mi ha detto che l’unica soluzione era l’intervento chirurgico. Abbiamo chiesto il parere di altri medici e mia sorella è riuscita a contattare un medico che ci ha consigliato l’ozonoterapia come trattamento alternativo, vista la mia giovane età. Mi sono quindi rivolto al Dott. Sergio Pandolfi, neurochirurgo e ozono-terapeuta, e nel luglio 2017 ho cominciato le sedute di ozonoterapia. Per 3 mesi ho fatto le infiltrazioni di ozono con una frequenza di due volte a settimana. Durante questi mesi già cominciavo a sentire un miglioramento dei sintomi, i quali interessavano la gamba e il braccio sinistro e la schiena. Progressivamente sono migliorato non accusavo più il dolore alla gamba sinistra, al polpaccio e al piede sinistro. Ero completamente bloccato nei movimenti per una contrattura muscolare che riguardava tutta la colonna vertebrale. A seguito di questi eccezionali miglioramenti clinici i medici dell’INAIL mi prescrivevano una risonanza magnetica di controllo. Ero più sciolto, morbido e alzando la gamba sinistra non avevo più dolore. Il Dott. Sergio Pandolfi si è dichiarato d’accordo con i colleghi dell’INAIL per fare la Risonanza Magnetica lombo-sacrale e verificare le condizioni dell’ernia. Il risultato ha sorpreso sia me che gli altri medici del lavoro che controllano la mia condizione clinica: l’ernia si è ridotta e i sintomi che accusavo precedentemente si ridotti notevolmente, attualmente no ho alcun dolore perchè l’ernia non comprime più la radice nervosa , come si vede dalla risonanza magnetica, ma accuso ancora dei lievi fastidi al ginocchio quando sono seduto che scompaiono quando cammino . Ringrazio di cuore il dott. Pandolfi Sergio che mi ha salvato dall’intervento chirurgico, per la sua pazienza e la sua disponibilità. Tanto era dovuto, cordiali saluti.