L’ossigeno Ozonoterapia per la prevenzione e la riabilitazione dell’infarto del miocardio
L’ossigeno ozono terapia nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica o colpiti da infarto al miocardio,[1,13] è stata sperimentata, in Italia, fin dal 1991 quando il Prof. Biagio Lettieri, Ordinario di Anestesia e Rianimazione della Federico II di Napoli trattò mediante auto emoinfusione di sangue ozonizzato alcuni pazienti con infarto del miocardio in fase acuta [2], riscontrando risultati favorevoli in quanto a dolore e prognosi.
Nel 1996 l’ossigeno ozono terapia venne impiegata nella prevenzione della recidiva dell’infarto al miocardio evidenziando una significativa protezione dalle recidive di infarto [3].
L’ozono esercita una importante attività antinfiammatoria e reologica, pur essendo un forte ossidante, per effetto paradosso attiva il sistema antiossidante cellulare [4,7,8,9] modulando le funzioni enzimatiche protettive endogene delle cellule contro le forma radicaliche, aumentando la trascrizione a livello del DNA degli enzimi antiossidanti.
Attiva il sistema della redoxina, riduce le citochine pro infiammatorie II 1β, Il TNFα [5] modula il sistema NF-KB [6], riduce l’aggregazione piastrinica e stimola il rilascio di diversi fattori di crescita. [6,7,8,9]. Grazie a queste caratteristiche l’ossigeno ozono terapia è utile nella prevenzione e nella cura della cardiopatia ischemica e nella riabilitazione post-infartuale[1,2,3,10,11,12,13]. Sono stati valutati gli effetti della somministrazione acuta di una miscela ossigeno / ozono sul danno tissutale del miocardio a seguito di un evento da ischemia sperimentale e riperfusione miocardica [10] e si è riscontrato che la lesione infartuale può essere contrastata da un pretrattamento con la somministrazione della miscela gassosa di ossigeno-ozono per via sistemica.
L’ossigeno/ozono protegge il cuore da infarto miocardico acuto grazie all’aumento locale dell’attività eNOS e al reclutamento delle cellule progenitrici endoteliali [11].
L’ossigeno ozonoterapia può ridurre la ristenosi successiva ad impianto di stent di metallo grazie alle sue proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie [12]. La recidiva della stenosi, ristenosi, o la scarsa riendotelizzazione possono realizzarsi dopo una angioplastica coronarica trans luminale percutanea, anche utilizzando gli stent medicati a rilascio di farmaco, a causa dell’infiammazione e dello stress ossidativo a livello dell’endotelio.
L’ossigeno ozono terapia mediante GAE protegge il cuore dei pazienti affetti da cardiopatia ischemica ed è protettiva per il rischio di infarto al miocardio, deve essere utilizzata nell’IMA in fase acuta e nella riabilitazione dei pazienti cardiopatici sottoposti ad angioplastica coronarica con l’applicazione di stent. L’uso della GAE migliora la frazione d’eiezione compromessa di un cuore ischemico ed alla migliore funzione emodinamica si associa un miglioramento della cenestesi.
Tutti i pazienti cardiopatici da noi trattati con GAE hanno avuto giovamento emodinamico, cioè è aumentata la frazione d’eiezione del ventricolo sinistro (FE), sono migliorati da un punto di vista aritmologico, con scomparsa della fibrillazione atriale, sono inoltre migliorate o regredite le numerose comorbilità che di solito accompagnano il cardiopatico ischemico.
Un nostro paziente ritenuto inoperabile per ernia inguinale iper-magna che causava disturbi importanti della deambulazione, con frazione d’eiezione del ventricolo sinistro (FE) del 33%, con comorbilità quali, insufficienza renale, cerebropatia vascolare ischemica, ictus, deterioramento cognitivo senile, ha iniziato un trattamento bisettimanale di (GAE) auto emo infusione di sangue ozonizzato, dopo sei mesi è stato operato con successo non appena la FE del ventricolo sinistro ha raggiunto il 50% .
Questo paziente trattato con auto emo infusione di sangue ozonizzato ha avuto vantaggio oggettivo e soggettivo dal trattamento chirurgico dell’ernia, regressione dell’insufficienza renale e miglioramento dello status neurologico.
Bibliografia
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