Sclerodermia

La sclerodermia o sclerosi sistemica progressiva (SSP) è una malattia cronica e progressiva di tipo autoimmune (il sistema immunitario del malato attacca i suoi stessi tessuti), caratterizzata da fibrosi del tessuto connettivo e da un esteso danno vascolare una riduzione del flusso sanguigno all’interno dei capillari.

In greco antico sclerodermia significa letteralmente pelle dura. La malattia causa l’ispessimento della pelle, arrivando nei casi più gravi a colpire anche i tessuti degli organi interni quali polmoni, cuore, reni, esofago e tratto gastro-intestinale.

In Italia la prevalenza della malattia è di circa 70.000 malati; ogni anno si registra un’incidenza di circa 300 nuovi casi. Il picco massimo di incidenza si registra tra la terza e la quinta decade di vita. Le donne sono colpite più degli uomini con un rapporto di circa 3:1 e questa differenza si accentua con l’età fertile, in cui l’incidenza nel sesso femminile rispetto al sesso maschile raggiunge un rapporto superiore o uguale a 8:1.

La sclerodermia non è una malattia ereditaria, la maggior parte degli sclerodermici non ha alcun parente affetto da sclerodermia, ma è possibile trovare tra i familiari un individuo affetto da altre malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide. Esiste comunque una predisposizione individuale a sviluppare la malattia, che dipende dal substrato genetico.

Forme cliniche

Vi sono due principali tipi di sclerodermia, a loro volta differenziati in diverse tipologie:


a) sclerodermia localizzata

  • morphea (placche singole o multiple di indurimento cutaneo)
  • lineare (lesioni simili a cicatrici lineari sul volto o sugli arti)


b) sclerodermia sistemica (detta anche Sclerosi sistemica)

  • C.R.E.S.T. (sindrome caratterizzata da calcinosi, fenomeno di Raynaud, alterazioni della motilità esofagea, sclerodattilia, teleangectasie)
  • limitata (ispessimento della cute delle estremità)
  • diffusa (l’ispessimento della cute coinvolge simmetricamente estremità, volto e tronco e si può diffondere rapidamente anche agli organi interni)
  • overlap (sovrapposizione a sintomi e lesioni tipiche di altre malattie del tessuto connettivo)

Cause
Le cause della sclerodermia restano per ora sconosciute. Non è una malattia infettiva anche se si ipotizza che possano essere alcuni virus (CMV) a scatenare la risposta immunitaria verso i tessuti dell’ospite (mimetismo molecolare) o parvovirus B19.

La maggiore frequenza tra la popolazione femminile (come anche nel caso del lupus sistemico) sembra da ricondursi ai provati effetti degli estrogeni sulle risposte immunitarie anomale studiate in laboratorio. In particolare l’asse estradiolo-prolattina sembra quello più chiamato in causa nello scatenare la risposta autoimmune.

Alcune sostanze chimiche, infine, possono dare una fibrosi simile a quella presente in un paziente sclerodermico (lavoratori delle miniere di carbone esposti a polveri di silicio, e lavoratori in contatto con cloruro di vinile, resine epossidiche, idrocarburi aromatici).

Patogenesi: Tra le connettiviti sistemiche è la patologia più frequente. Altre malattie a patogenesi autoimmune come la sclerodermia sono: lupus eritematoso sistemico, sindrome di Sjögren, polimiosite e dermatomiosite, artrite reumatoide.

La sclerodermia è caratterizzata da: alterazioni vascolari del microcircolo dovute ad anomalie dell’endotelio; alterazioni tipo fibrosante e sclerotizzante di cute, polmoni, cuore e tratto gastrointestinale; presenza in più del 90% dei pazienti di autoanticorpi.

I tre tipi cellulari coinvolti dalla malattia sono: – fibroblasto (fibrosi cutanea e viscerale); – cellula endoteliale (anomalie vascolari a livello delle piccole arterie); – linfociti T e linfociti B (alterazioni dell’immunità cellulare e umorale). In particolare si ha un aumento della deposizione delle fibre di collagene. Non aumenta il numero dei fibroblasti, ma aumenta la loro attività: secernono macromolecole e collagene che si ammassano tra loro. Il risultato è un ispessimento cutaneo e un’adesione ai piani più profondi (infatti non è possibile distinguere gli strati del derma). Inoltre c’è l’assenza del normale film idrolipidico, e scomparsa degli annessi cutanei. I fibroblasti dei pazienti colpiti, inoltre, sono più resistenti all’apoptosi, il tessuto connettivo ha perso il fisiologico ciclo di rigenerazione.

Questa loro resistenza all’apoptosi dipende da:
– IL-4, che è prodotta dai linfociti Th2 e che inibisce INF-gamma, che a sua volta inibisce i fibroblasti. Nei pazienti con sclerodermia i livelli di IL-4 si correlano positivamente con l’entità della fibrosi;
– TGF-beta, prodotto da linfociti e monociti, stimola l’attività secretiva dei fibroblasti che quindi producono più collagene e fibronectina, e inducono la differenziazione dei fibroblasti in miofibrocellule con funzione contrattile;
– PDGF, che risulta elevato in pazienti con sclerodermia e si correla con l’entità della fibrosi. La presenza di recettori per il PDGF correla con la presenza di un infiltrato infiammatorio perivascolare.

La risposta infiammatoria è dunque correlata con un danno endoteliale, ed il processo fibrotico ha inizio nella zona in cui vi è l’infiammazione vascolare. Per quanto riguarda il danno vascolare, nel siero dei pazienti con sclerodermia è stato riscontrato un fattore citotossico prodotto dai linfociti T attivati, che si chiama Granzima 1. Questo degrada l’endotelio e porta all’innesco di una risposta immunitaria contro la membrana basale. Il danno endoteliale consiste in una flogosi che porta a proliferazione intimale e a occlusione del vaso. Per esposizione subintimale aumenta l’adesione piastrinica, e quindi fenomeni trombotici.

A livello delle dita i problemi vascolari possono dare alterazioni trofiche distalmente con necrosi e assorbimento puntale, teleangectasie, ulcere facilmente infettabili e le cosiddette “pitting scars”, cioè cicatrici all’estremità dei polpastrelli. L’anomalia del tono vascolare è responsabile del fenomeno di Raynaud. Nella sclerosi sistemica c’è positività per specifici autoanticorpi: – anticorpi antinucleo ANA, tra cui il più caratteristico è l’anti-topoisomerasi 1, detto anche anti-Scl70 (40% nella sclerosi sistemica diffusa) – anticorpi anti-centromero presenti nel 60-80% dei pazienti con sclerosi cutanea limitata e sindrome CREST.

La malattia è sistemica, quindi sono coinvolti vari organi e sistemi:
– apparato muscolo-scheletrico (poliartrite simmetrica, sindrome del tunnel carpale, dolore, rigidità, gonfiore ed ipomotilità articolare)
– apparato cardiaco (fibrosi del tessuto di conduzione del cuore, e quindi disturbi del ritmo, scompenso destro, alterazione del rilasciamento diastolico precoce)
– apparato respiratorio (fibrosi polmonare interstiziale e ipertensione polmonare)
– apparato gastroenterico (ipomotilità esofagea e dell’intestino tenue, con reflusso gastro-esofageo e stipsi)
– apparato urinario (crisi renale sclerodermica, oggi curata molto bene con ACE-inibitori)

Trattamento:

Al momento non esiste una cura definitiva per la sclerodermia, ma esistono diversi trattamenti per i suoi specifici sintomi che danno sollievo, possono rallentare il decorso della malattia e migliorare la qualità di vita come l’ozonoterapia.

In Italia, l’AILS Associazione Italiana Lotta per la Sclerodermia opera a livello nazionale promuovendo l’informazione pubblica, raccogliendo fondi per la ricerca, gestendo programmi di supporto per tutti i pazienti.

Su tutto il territorio nazionale, il GILS Onlus – Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia – organizza iniziative per gli ammalati, promuove la ricerca scientifica affiancata da un comitato scientifico internazionale e sostiene gli ammalati e i loro familiari.